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CSRD: le nuove direttive europee per il reporting di sostenibilità

Immagine del redattore: Ar19Ar19

Aggiornamento: 2 gen



La sostenibilità è diventata un tema centrale per aziende e governi in tutto il mondo. Per garantire che le imprese operino in modo responsabile e trasparente, l'Unione Europea ha introdotto la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Questa normativa stabilisce nuovi standard per il reporting di sostenibilità, ponendo l'accento su trasparenza, comparabilità e responsabilità aziendale.


Cos'è il CSRD Reporting?


Il CSRD Reporting è un sistema di rendicontazione introdotto dall'Unione Europea per garantire maggiore trasparenza e responsabilità sulle pratiche di sostenibilità delle aziende. Attraverso standard comuni e obblighi precisi, la direttiva mira a fornire informazioni affidabili sugli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG) delle imprese, promuovendo una transizione verso un'economia più sostenibile.


Le basi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)


La CSRD rappresenta un passo decisivo verso una maggiore trasparenza e responsabilità delle aziende rispetto agli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG). La direttiva si inserisce nell’ambito del Green Deal Europeo, che mira a rendere l'Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050.

Questa direttiva non è un semplice aggiornamento della precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD); introduce criteri di rendicontazione obbligatori, ampliando gli ambiti di applicazione e includendo nuove tipologie di aziende, come le PMI quotate. L'obiettivo è fornire informazioni chiare, comparabili e affidabili agli investitori e agli stakeholder, facilitando così una transizione equa e sostenibile.


Chi è coinvolto nella CSRD?


Una delle principali novità della CSRD è l’estensione del campo di applicazione. Non solo le grandi imprese quotate, ma anche una parte significativa delle piccole e medie imprese (PMI) sarà coinvolta, ampliando significativamente la platea delle aziende obbligate al reporting di sostenibilità. In particolare:

  • Grandi imprese: quelle che soddisfano almeno due dei seguenti criteri:

    • Totale attivo superiore a 20 milioni di euro;

    • Ricavi netti superiori a 40 milioni di euro;

    • Più di 250 dipendenti.

  • PMI quotate: a partire dal 2026, anche queste aziende dovranno iniziare a conformarsi, sebbene con obblighi leggermente semplificati.

  • Imprese non europee: se operano nel mercato europeo con un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro e almeno una filiale o una succursale significativa nell’UE, saranno tenute a conformarsi.

Novità introdotte dalla CSRD

La CSRD introduce una serie di cambiamenti chiave rispetto alla precedente normativa. Tra le principali innovazioni:

Standard comuni e certificazione obbligatoria


Le aziende dovranno adottare standard comuni di rendicontazione sviluppati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG). Questi standard garantiranno che le informazioni siano comparabili e pertinenti.

Inoltre, il reporting dovrà essere verificato da revisori esterni, aggiungendo un livello di controllo e credibilità alle dichiarazioni aziendali.


Ambiti di rendicontazione ampliati


Le imprese saranno chiamate a fornire informazioni dettagliate su tre pilastri fondamentali della sostenibilità:

  • Impatti ambientali: Le aziende dovranno rendicontare dati relativi alle emissioni di gas serra (inclusi Scope 1, 2 e, se applicabile, Scope 3), il consumo di energia e risorse naturali, e le misure adottate per ridurre l'impronta ecologica. Questo include anche iniziative per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la gestione dei rifiuti.

  • Questioni sociali: La rendicontazione sociale comprende aspetti come la tutela dei diritti umani lungo la catena di approvvigionamento, le politiche per garantire condizioni lavorative sicure ed eque, e le iniziative per promuovere la diversità e l’inclusione.

  • Aspetti di governance: Le aziende devono fornire trasparenza sulla composizione e il funzionamento dei propri organi di governo, incluse le politiche anti-corruzione, la gestione dei rischi e la conformità normativa. L'attenzione sarà anche rivolta alle misure per garantire un processo decisionale responsabile e orientato agli interessi degli stakeholder.

Questi ambiti mirano a offrire una visione olistica delle attività aziendali, consentendo agli stakeholder di valutare l’impegno e le performance delle imprese in materia di sostenibilità.


Digitalizzazione del reporting


La CSRD richiede che le aziende adottino formati digitali standardizzati per il reporting, come il formato XBRL (eXtensible Business Reporting Language), che consente una presentazione uniforme e accessibile delle informazioni. Questo approccio facilita l'analisi automatizzata da parte degli stakeholder, inclusi investitori e regolatori, e aumenta la trasparenza del reporting ESG.

Le imprese devono implementare piattaforme software in grado di integrare dati provenienti da diverse funzioni aziendali, garantendo precisione e conformità. La digitalizzazione permette anche un monitoraggio in tempo reale delle performance di sostenibilità, offrendo insight utili per migliorare le strategie aziendali. Inoltre, l'adozione di strumenti digitali contribuisce a ridurre errori umani e semplifica i processi di audit, rendendo il reporting ESG un elemento chiave della strategia aziendale.


Scadenze della CSRD


Le scadenze per la conformità sono differenziate per tipologia di azienda, rispondendo all'esigenza di una transizione graduale. Di seguito una panoramica dettagliata:

  • 2024: prime relazioni per le grandi imprese già soggette alla NFRD (report relativi all’esercizio 2023).

  • 2025: obbligo esteso a grandi imprese non precedentemente coperte.

  • 2026: inclusione delle PMI quotate, con una possibile deroga fino al 2028 per chi sceglie di ritardare l’applicazione.


Come adeguarsi alla CSRD


Valutare la propria posizione attuale


Le aziende devono iniziare analizzando il proprio stato attuale in relazione ai requisiti della CSRD. Questa fase, chiamata gap analysis, consente di identificare carenze nei processi di raccolta dati, nei sistemi di gestione delle informazioni e nelle competenze interne. Ad esempio, le imprese possono scoprire che mancano strumenti per tracciare metriche ESG o che i dati attualmente raccolti non sono sufficientemente dettagliati. Questa valutazione serve come base per sviluppare un piano d'azione mirato.


Creare un team dedicato


La creazione di un team interdisciplinare è fondamentale per il successo del progetto di conformità. Il team dovrebbe includere esperti di finanza, sostenibilità, risorse umane e IT, oltre a responsabili di area che possano rappresentare le esigenze specifiche dei dipartimenti aziendali. Questo gruppo deve definire obiettivi chiari, monitorare i progressi e garantire che ogni dipartimento rispetti le scadenze previste. La leadership del team è essenziale per mantenere il focus sul progetto e per favorire la collaborazione tra le diverse funzioni. Le piccole e medie imprese potrebbero altresì essere supportate da team intercompany, dedicati, ma condivisi fra più aziende di settore, ottimizzando gli investimenti necessari.


Adottare strumenti digitali


L'utilizzo di tecnologie avanzate è cruciale per raccogliere, gestire e analizzare i dati ESG. Le aziende possono implementare software specializzati che automatizzano il processo di reporting, integrando dati provenienti da diverse funzioni aziendali. Questi strumenti possono anche fornire analisi predittive, aiutando le imprese a identificare aree di miglioramento e a monitorare il progresso verso gli obiettivi di sostenibilità. Inoltre, l'adozione di standard digitali, come il formato XBRL richiesto dalla CSRD, garantisce che le informazioni siano facilmente accessibili agli stakeholder.


Formazione e sensibilizzazione


La formazione del personale è essenziale per garantire che tutti i dipendenti, in particolare quelli direttamente coinvolti nel reporting ESG, comprendano i requisiti della CSRD e sappiano come rispettarli. Le aziende possono organizzare workshop, sessioni di formazione online e programmi di mentoring per trasferire competenze specifiche. Parallelamente, è importante creare una cultura aziendale orientata alla sostenibilità, coinvolgendo tutti i livelli dell'organizzazione e comunicando chiaramente l'importanza della conformità come vantaggio competitivo.


Collaborare con i revisori


L'interazione con revisori esterni fin dalle prime fasi del processo è cruciale per garantire che il reporting soddisfi i requisiti normativi. I revisori possono fornire una valutazione imparziale del sistema di reporting e identificare eventuali lacune prima che il processo venga finalizzato. Inoltre, collaborare con esperti esterni aiuta le aziende a mantenere un alto livello di credibilità e a ottenere certificazioni che rafforzano la fiducia degli stakeholder. La partnership con revisori deve includere audit regolari e revisioni dei dati raccolti.


Impatti sulle PMI


Le PMI si trovano di fronte a un contesto in rapido cambiamento con l'introduzione della CSRD. Anche se gli obblighi sono semplificati rispetto alle grandi aziende, queste imprese devono affrontare diverse sfide. La necessità di sviluppare competenze interne specifiche per la gestione dei dati ESG e l'implementazione di strumenti digitali rappresentano un impegno significativo in termini di risorse finanziarie e umane. Tuttavia, adeguarsi alla CSRD non è solo un obbligo normativo, ma un'opportunità strategica. Migliorare la trasparenza e la reputazione aziendale può attrarre nuovi investitori sensibili ai criteri ESG e aprire l'accesso a mercati di finanziamento più sostenibili. Inoltre, la compliance alla CSRD consente alle PMI di posizionarsi come partner affidabili e competitivi in catene di approvvigionamento globali sempre più attente alla sostenibilità.


Differenze tra CSRD e altre normative ESG


La CSRD rappresenta una svolta rispetto ad altre normative ESG grazie al suo approccio vincolante e dettagliato. A differenza di standard volontari come il Global Reporting Initiative (GRI) o il Sustainability Accounting Standards Board (SASB), la CSRD impone requisiti normativi chiari e applicabili a una vasta gamma di aziende, comprese le PMI quotate. Questo obbliga le imprese a rispettare criteri rigorosi per la raccolta e l'analisi dei dati ESG, rendendo il framework europeo uno dei più stringenti a livello globale. Inoltre, la CSRD pone un'enfasi particolare sulla comparabilità e verificabilità delle informazioni, garantendo che i dati forniti siano utili e affidabili per gli stakeholder, dagli investitori ai regolatori. Ciò la distingue nettamente dagli standard precedenti, che spesso lasciavano ampio margine di interpretazione. Questo rende il framework europeo uno dei più stringenti a livello globale.


Benefici e sfide della CSRD


Adeguarsi alla CSRD offre molteplici benefici. In primo luogo, contribuisce a migliorare la trasparenza e la reputazione aziendale, generando maggiore fiducia tra gli stakeholder. Le aziende che si conformano alla CSRD hanno una posizione di vantaggio nell’accesso ai mercati finanziari, grazie alla loro credibilità rafforzata. Inoltre, l’implementazione di standard comuni migliora la gestione dei rischi ESG, rendendo più semplice e accurata l'analisi dei dati e la previsione dei rischi.

Nonostante questi vantaggi, esistono sfide significative. L’adeguamento iniziale richiede investimenti importanti, specialmente per implementare sistemi di raccolta e analisi dati all’avanguardia. Raccogliere informazioni complete e precise da diverse funzioni aziendali può rivelarsi complesso, specialmente per le aziende meno strutturate. Infine, formare il personale sugli standard richiesti e dotarlo di strumenti adeguati rappresenta un ulteriore impegno in termini di tempo e risorse. Tuttavia, queste difficoltà possono essere superate con una pianificazione strategica e una gestione attenta del cambiamento.


Conclusione


La Corporate Sustainability Reporting Directive segna un cambio di paradigma nella gestione e rendicontazione della sostenibilità aziendale. Sebbene comporti sfide significative, rappresenta anche un’opportunità unica per le aziende di dimostrare il proprio impegno verso una crescita responsabile e sostenibile. Adeguarsi in tempo è cruciale per non perdere competitività e per contribuire attivamente alla transizione verso un futuro più sostenibile.

Il team di AR9 è pronto a supportarti in ogni fase del processo di adeguamento alla CSRD. Offriamo consulenza strategica e programmi di formazione personalizzati per garantire che la tua azienda rispetti tutti i requisiti normativi e sfrutti al meglio le opportunità offerte dalla sostenibilità. Contattaci per scoprire come possiamo aiutarti a integrare i principi ESG nella tua strategia aziendale e trasformarli in vantaggi competitivi concreti.

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