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Evento Cultura della sostenibilità e Comportamenti pro-ambientali



Cultura della sostenibilità e comportamenti pro-ambientali
Cultura della sostenibilità e comportamenti pro-ambientali


Si è appena con concluso l’atteso convegno organizzato da AR19 S.r.l. Safety On Strategy e Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria sulla C𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐬𝐭𝐞𝐧𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐫𝐨-𝐚𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐝𝐮𝐬𝐭𝐫𝐢𝐚 𝐞 𝐧𝐞𝐢 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐳𝐢 in data 28/09 dove Alberto Rosso ha introdotto l’innovativo tema dei #comportamenti #pro_ambientali #workrelated e dei #segnalideboliambientali per gestire il rischio e le performance.

I relatori coinvolti tra le industrie più attente al tema hanno condiviso strumenti e idee innovative volte a favorire lo sviluppo della nuova frontiera della CULTURA ORGANIZZATIVA DELL’AMBIENTE E DELLA SOSTENIBILITA’, tramite un focus specifico sul tema dei cosiddetti comportamenti pro-ambientali e pro-sostenibilità nei contesti organizzativi e lavorativi, mirati alla prevenzione del rischio ambientale e all’attuazione di percorsi di sostenibilità.


Il Convegno ha visto esprimere il connubio tra industria, servizi, terzo settore e ricerca scientifica, con un focus sul fattore umano, e di come i molteplici e complessi “ingredienti” di questo innovativo approccio permettono di accelerare le politiche di sostenibilità e di smascherare tentativi di greenwashing.


Vediamo che cosa è emerso dagli interventi delle tante società coinvolte.


InnovHUB Stazioni Sperimentali per l’industria -Angelo Lunghi

Il tema affrontato si colloca perfettamente con la Mission di innovhub, ovvero supportare lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’industria in modo sempre più sostenibile, con centri di competenza in ambito food, energia, sostenibilità e processi industriali. La Cultura della Sostenibilità appare particolarmente aderente alle sfide industriali attuali, legate alal Qualità, alla Salute, alla Sicurezza e all’Ambiente. Appare fondamentale, nell’esperienza di Innovhub, promuovere la comprensione dei rischi industriali e ambientali anche in contesto work-related, per sviluppare strategie efficaci per la prevenzione e la gestione dei rischi.


AR19 – Alberto Rosso

Come passare dalla teoria alla pratica rispetto ai comportamenti pro-ambientali, pro-sostenibilità̀ e segnali deboli per gestire il rischio e le performance? Partendo dal fatto sono caratterizzate da specifiche determinanti sia organizzative, che individuali e che sono ora disponibili strumenti concreti per misurarli e per formare nuove competenze. Dati e studi dimostrano che i cosiddetti PRO-ENVIRONMENTAL BEHAVIOURS (PEB) accelerano l’implementazione delle politiche di sostenibilità e di pratiche green oriented nelle organizzazioni (coerenza con goals sviluppo sostenibile, riduzione delle emissioni a effetto serra e transizione energetica), attraverso un mix di strategie basate non solo su imposizione di regole e procedure, ma facendo leva sul commitment positivo dei dipendenti (e contrattisti). Ne consegue la necessitò di una appropriata integrazione del FATTORE UMANO e di coerenti COMPORTAMENTI PRO-AMBIENTALI e PRO-SOSTENIBILITA’, dove appare cruciale ruolo e contributo delle discipline psicologiche per lo studio dei COMPORTAMENTI PRO-AMBIENTALI in ambito LAVORATIVO.

I Comportamenti pro-ambientali (Pro-environmental behaviors – PEBs): serie di azioni intraprese a beneficio dell’ambiente.

Includono atteggiamenti, consapevolezza, motivazioni, credenze, conoscenze e aspetti sociali per ridurre l’inquinamento e promuovere la sostenibilità. Sono stati studiati soprattutto nel contesto della sfera privata e pubblica. Raramente nel contesto lavorativo.

Nel contesto lavoreativo si parla di PRO-ENVIRONMENTAL (WORKPLACE) BEHAVIORS PEB - EGB – OCBE e presentano una duplice veste: 1) insieme di comportamenti dei lavoratori che contribuiscono alla performance organizzativa rispetto alle Politiche di protezione dell’ambiente; 2) azioni intraprese dalle aziende / organizzazioni a beneficio della sostenibilità ambientale.

I COMPORTAMENTI PRO-AMBIENTALI IN AMBITO INDUSTRIALE possono essere volontari, ma soprattutto IN-ROLE o work related, ovvero insiti nella mansione svolta a livello manageriale, operativo e, in entrambi i casi, decisionali, dove la percezione del rischio si scontra sia con i tradizionali bias, sia con distorsioni percettive di conseguenze che non sono legate al QUI e ORA, ma dalle potenzialmente lontane nel tempo e nello spazio e dove la componente valoriale (un continuum tra “etici” e “consequenzialisti” che ragionano in termini di guadagni e perdita tra il compiere el’omettere un atto) gioca un ruolo fondamentale nell’orientare campagne di comunicazione e interventi di sensibilizzazione e formazione.

Emerge una nuova e fondamentale variabile comportamentale, costituita dai mear-miss e unsafe condizione ambientali, legata alla percezione dei suoi precursori: i cosiddetti segnali deboli ambientali ovvero eventi/informazioni a prima vista poco evidenti, ma che possono essere un’allerta per potenziali futuri incidenti, rilevate da figure in posizione critica). Nel contesto dei comportamenti pro-ambientali (ma non solo), le azioni appaiono guidate da una triade di obiettivi:

· Edonico “per sentirsi meglio in questo momento” «fare così è più comodo e confortevole» (Scorciatoia)

· Guadagno “per salvaguardare e migliorare le proprie risorse” - «fare così è più economico» (mi conviene?)

· Normativo “per agire in modo appropriato” per il gruppo - Fare così fa bene alle ai miei colleghi e alle altre persone (etico).

Solo uno dei tre è temporaneamente focale: quindi ha maggiore influenza sulle decisioni (azioni od omissioni)

Gli obiettivi normativi costituiscono la base più stabile per favorire comportamenti pro-ambientali ed esistono tecniche e modalità per stabilizzarli

Dagli studi e dalle ricerche condotte da AR19 con l’Università di Padova e con Eni sembra emergere che All’aumentare dell’operatività del ruolo e della frequenza di lavoro in campo sembra emergere:

· una diminuzione della percezione degli aspetti ambientali in termini di condivisione, sensibilizzazione e motivazione;

· una diminuzione della consapevolezza dell’importanza di eventi con un potenziale impatto ambientale;

· una diminuzione della reattività nella gestione degli incidenti ambientali.

Una informazione importante per agire sul Role Modeling, la comunicazione e la formazione

AR19 ha ideato un modello 7stepsMethod© per misurare la Cultura Pro-Ambientale e Pro-sostenibilità e ha predisposto un approccio per la co-creazione di KPI predittivi del successo delle azioni intraprese in una road map di sostenibilità

I casi di studio di AR19 suggeriscono come l’effetto di un programma di Cultura Ambientale e Sostenibilità attuato dalle organizzazioni possa avere ampie ricadute economiche, sociali e produttive, con benefici sulla qualità dell’ambiente e sul benessere delle persone


Eni – Monica Musicanti

Sono state discusse le nuove sfide della Cultura Ambientale di una energy company in piena transizione strategica come Eni, caratterizzata al contempo da un percorso interno di profondo rinnovamento in termini di Cultura Ambientale integrata alla promozione di una strategia di business di medio termine.

Sono stati esposti il progetto di ricerca segali deboli ambientali, le linee di intervento sulle persone e gli importanti strumenti basati sulla formulazione di 4 principi e 6 regole per l’ambiente, fino al coinvolgimento dei contrattisti strategici.


Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Psicologia Generale – Elena Carbone

Da una ricerca partita dalla collaborazione tra AR19, Eni e Università degli Studi di Padova è stato sviluppato il progetto di ricerca BE-GREE, già oggetto di riconoscimento da parte del prestigioso premio nazionale PA Sostenibile. Un area di studio pochissimo esplorata fino ad ora e dalla quale emerge l’individuazione di specifiche determinanti che contribuiscono a orientare i comportamenti pro-ambientali e pro-sostenibilità: le modalità di gestire degli aspetti ambientali da pare dell’azienda, le caratteristiche individuali dei lavoratori e quelle lavoro-relate, interpretate rispetto alle variabili comportamentali dei segnali deboli, dei near miss ambientali e delle unsafe conditions ambientali.

Emerge che esistono diverse caratteristiche individuali e organizzative che influenzano l’adozione di comportamenti pro-ambientali sul luogo di lavoro legati a prevenire gli impatti ambientali e migliorare la sostenibilità di processi e prodotti (Katz et al., 2022), anche in un contesto industriale legato al settore energetico. La presenza di strumenti e di supporto da parte dell’organizzazione (es., istruzioni/procedure, formazione), incentiva l’identificazione e gestione di situazioni anomale e rischiose per l’ambiente, in ottica preventiva. Gli stufi suggeriscono che sviluppare interventi di formazione/sensibilizzazione che, agendo anche su caratteristiche individuali chiave, promuovano nei lavoratori una maggior consapevolezza ambientale.


Renantis (ex-Falck Renewables) – Alessia Galbiati

Società leader mondiale nel campo della produzione di energie rinnovabili ha esposto il proprio percorso di Coerenza, impegno concreto, arricchito dal lo studio sui comportamenti “manageriali” che potrebbero accelerare l’applicazione delle politiche di sostenibilità, con una presentazione dello studio fatto con l’Università degli Studi di Padova.

Ne emerge che:

· L’approccio alla sostenibilità deve essere radicato a tutti i livelli aziendali (cultura della sostenibilità)

· E’ estremamente potente mettere in campo progetti sostenibili ed essere coerenti con noi stessi

· Il reale coinvolgimento di tutti i dipendenti e delle parti interessate è il miglior sponsor del proprio marchio.

· E’più che motivato e caratterizzato da un ritorno di investimento studiare le motivazioni che ci spingono a migliorare i comportamenti pro-ambientali


Webuild – Margherita Santamicone

Si è discusso dei Comportamenti pro-ambientali nel settore delle costruzioni: la sfida sistemica per innovare in un contesto competitivo e di cambiamento continuo.

In tale sfida emerge il valore strategico e la sfida nel Coinvolgimento degli stakeholders nella Cultura Ambientale lungo tutta la catena del valore di una commessa (works-life-cycle & Stakeholders), per poterne riconoscere il beneficio e l’investimento lungo tutta la catena del valore (dalla gara al fine vita dell’opera). Tale impegno si sta evidenziando nello sviluppo del concetto di cantiere efficientato e low carbon.


Fondazione Cariplo – Elena Jachia

Sono state presentate straordinarie sinergie tra fondazioni e aziende profit, quale nuova leva per interventi concreti di sostenibilità.

Focus su esempi di strumento che cercano di diffondere comportamenti più sostenibili e promuovere la collaborazione della Fondazione con aziende profit e tra terzo settore, P.A. e aziende profit:

- Call to Action: «Join Nature» (in corso)

- Bando: «Plastic Challenge. Sfida alle plastiche monouso» (2019-20)

E’stata presentata una straordnaria vetrina di potenziali progetti din sostenibilità, correlati alla promozione di comportamenti pro-ambientali, accessibili alle aziende che intendono co-finanziare e incorporarli nelle loro strategie di responsabilità sociale e sostenibilità, relativi a numerose aree tematiche (scuola, risorse naturali, energia, clima, agricoltura, sviluppo locale sostenibile, capacity building, aree interne).

Attraverso, ad esempio, Join Nature la Fondazione intende:

- Promuovere la collaborazione con imprese private profit per finanziare congiuntamente la realizzazione di interventi a tutela della biodiversità​ del nostro territorio di riferimento

- Incrementare le attività svolte da Fondazione Cariplo in partenariato, coinvolgendo il mondo profit sui temi della sostenibilità ambientale​

- Sensibilizzare le aziende sulla possibilità di realizzare interventi a favore del capitale naturale nell’ambito della Corporate Social Responsibility (CSR).



CONCLUSIONI


- La Cultura Ambientale è misurabile

- I comportamenti pro-ambientali sono favoriti da determinanti organizzative e individuali

- Se work-related, accelerano le politiche di sostenibilità, riducono il rischio ed esaltano la performance

- Sono sviluppabili percorsi formativi EVOLUTIVI, strategie di governace e di comunicazione

- Sustainability pathway come bussola organizzativa e comportamentale

- Coinvolgimento degli stakeholders nella Cultura Ambientale lungo tutta la catena del valore di una commessa

- Formidabile connubio tra fondazioni e mondo profit su iniziative di sostenibilità


Il prossimo appuntamento è tra 1 anno per condividere i risultati pratici nell’esplorazione di questa nuovissima frontiera!


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